Terapia nell'adolescenza

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L’adolescenza è l’età di transizione tra l’infanzia e l’età adulta e , come oramai sappiamo, la sua durata
è varabile ed irregolare. Durante questo periodo il mondo protetto dell’infanzia va, via via, scomparendo
ed insieme appaiono trasformazioni fisiche ed intellettive. Dall’ambiente familiare chiuso si passa ad un
mondo sociale più aperto e non più protetto e spesso, all’interno di così tanti cambiamenti, si ritrovano
mondi delicati e molto fragili.
Questa fase adattiva ha spesso un’evoluzione difficile, lunga e perturbata. Accade che l’adolescente debba
trovare un personaggio coerente a cui conformarsi affrontando parallelamente il problema scolastico,
professionale e di comportamento. Inoltre, l’adolescenza è anche la fase di assunzione e di estensione
di personalità e di adattamento, attraverso comportamenti spesso originali e contradditori. La continua
mutazione dei ragazzi negli atteggiamenti verso la famiglia, la scuola , gli amici può mettere in confusione i
genitori poiché il mondo a cui gli adolescenti appartengono appare illogico o irreale ed è molto diverso dal
mondo rassicurante, oggettivamente stabile, dell’adulto. Queste contraddizioni preoccupano chi si occupa
dei ragazzi, ma questo è il lavoro dell’adolescente che si modifica e cambia continuamente. Proprio come
l’adolescenza è un’età di cambiamenti così anche la terapia con i ragazzi non è mai decisa a priori, ma si
modifica nel linguaggio, nella modalità comunicativa e negli argomenti. L’adolescente, la sua famiglia e la
terapia stessa sono costantemente riformulati e messi in discussione per trovare nuovi sensi.
Poiché i ragazzi sono immersi nell’ambiente emotivo-affettivo della famiglia diventa di fondamentale
importanza la voce dei genitori che viene sempre ascoltata. Inizialmente è previsto uno o due incontri con
la famiglia e 3 incontri circa con il ragazzo in modo tale da conoscersi reciprocamente e decidere insieme
l’eventualità di un percorso . L’incontro con la famiglia a terapia iniziata non è sempre necessario, ma
nemmeno da escludersi. Come spesso accade bisogna vedere l’evoluzione della storia del ragazzo e della
terapia per decidere quale sia il percorso migliore.


Dott.ssa Francesca Cesina

Psicologa Clinica, Psicoterapeuta

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