PSICOTERAPIA DELL'ETÀ EVOLUTIVA

on .

La psicoterapia dell’età evolutiva prevede l’incontro settimanale con il bambino e incontri a cadenza mensile (o più) con i genitori in modo tale da aggiornarsi reciprocamente sul percorso in atto e ritagliare un momento per pensare insieme a quanto sta accadendo.  Ogni terapia è un abito cucito su misura che tiene in considerazione le richieste familiari e quelle del bambino.  Nulla viene deciso a priori, ma solo dopo una iniziale consultazione (1/2 incontri con genitori + 3 incontri con bambino) si rifletterà  insieme se intraprendere un percorso.

La pratica psicoanalitica dell’età evolutiva utilizza quelle che sono considerate le principali modalità espressive dei bambini come il gioco, il disegno, il dialogo ed il sogno.  Nella stanza d’analisi, ogni bambino potrà giocare, parlare, disegnare e raccontare storie liberamente. I personaggi creati da queste interazioni sono il modo, attraverso cui, il bambino può comunicare in immagini e storie condivisibili quanto sta avvenendo dentro di lui: in tal senso questi personaggi sono sempre ricchi di emozioni ed affetti.

Il gioco è il mezzo utilizzato dai bambini per drammatizzare, rappresentare, comunicare, scaricare le proprie fantasie e anche per elaborare e modulare l’ansia e le eventuali paure connesse. Si interviene sul bambino toccando le sue storie e i suoi personaggi e lasciando che la storia si sviluppi senza eccessive decodificazioni. Fondamentale è la presenza dell’altro con cui giocare; il giocattolo da solo può aiutare il bambino a rappresentare, tentare di trovare soluzioni, ma è solo la presenza mentale di qualcun atro (come per le favole la presenza del narratore) che giochi con lui e che consente che il gioco sia trasformativo. È l’accoglimento degli stati emotivi e mentali presenti durante il gioco che consente le trasformazioni più profonde.

Anche Il disegno è da considerare come una breccia nel mondo interno del bambino capace di far visualizzare quanto in esso va, via via, avvenendo a seconda dei momenti della sua vita. Il disegno è utilizzato come un sogno rispetto al quale poter chiedere associazioni (“facciamo la storia di questo disegno?”) che saranno pensate dal paziente sul disegno. Così facendo si mette in parola quello che è già nell’immagine del disegno che aspetta un interprete.

Il bambino vive immerso nella cultura emotivo-affettiva della famiglia che, a pieno titolo, costituisce l’altra voce indispensabile alla terapia. Diventa così di grande importanza il contributo dei genitori che vivono con il proprio figlio ogni giorno. L’aiuto della famiglia permette di riflettere su come rapportarsi al bambino e permette di pensare insieme a cosa sta accadendo e quali emozioni emergono, sia casa che in terapia.

 

Dott.ssa Francesca Cesina
Psicologa clinica, Psicoterapeuta

Questo sito utilizza cookie tecnici e cookie di terze parti. Continuando la navigazione ne accetti l'utilizzo.  Maggiori dettagli sull'informativa a questo link Cookie e Privacy Policy